Orpheè aux Enfers

Luglio Musicale Trapanese 2019

Natale De Carolis, grande cantante egli stesso, che si è cimentato in una lettura asciutta ed essenziale, mantenendo intatta la leggerezza, la brillantezza di questo pezzo di teatro: il "piccolo Mozart dei Campi Elisi", così Rossini definiva il buon Offenbach, scrive musica che va da sola e lascia gli interpreti liberi di "agire" il teatro. una regia asciutta, mai ammiccante, o enfatica, ambientando lo svolgersi della vicenda in una classicità museale, minimi i riferimenti: il grano, il serpente, il violino di Orfeo, la morte di Euridice, senza praticamente cambi scena - dove i personaggi quasi senza tempo hanno animato la vicenda con trovate geniali, una per tutte: i poster con le fotografie di Giove di volta in volta con una amante diversa, srotolati in presenza di Giunone. De Carolis è uomo di teatro e si vede. In tempi di opera low-cost (che adesso sembra quasi una moda), a scarsità di risorse si muove l'ingegno, quando questo (e il saper fare) c'è. E qui ce n'è da vendere. Una geografia precisa, rettilinea, sono questi i fili della narrazione, che sostiene, open-air, tutti i cantati cui va, nessuno escluso, il più vivo apprezzamento.